Ragazza In Nero
- Federico Sacchetti: Voce, Piano, Basso, Chitarra Elettrica, Cori, Cowbell
- Carlo Maria Toller: Chitarre Acustiche ed Elettriche, Percussioni
- Giovanni Caniato: Batteria
- Marika Susio: Cori
Lei cammina sola
verso casa,
la mente lontana
indifesa,
non sente e non sa
chi cercare, né
cosa incontrerà
domani.
Il viso di ghiaccio
senza luce,
e dietro il respiro
la sua voce,
ti parla e non sa
se sorriderti
o chiudere gli occhi
per l’eternità...
Ricordi le strade della tua città?
Ricordi.
Ricordi le sere con gli amici?
Ricordi.
Resta ancora
ragazza in nero,
non credi davvero
lui tornerà, tornerà...
Sua sola compagna
la paura,
che asciuga le strade
ogni sera,
continui bagliori
svenano le notti,
rischiarano a tratti
stanze fredde.
E…
resta solo
un segno sbiadito
su di un muro,
sbrecciato da grida
esiliate dalle
strade del mondo,
del mondo...
E con un fischio stanco, saluta la stazione
ma questa volta, non sventola il cappello
e la caldaia sbuffa, ormai in pressione
si chiude anche l'ultimo passaggio a livello
tra il tintinnio del campanello
e quel suo cigolare
in una nuvola di vapore
lui si allontana, ma sarà solo per poche ore.
Non hanno certo perso, la grande occasione
i passeggeri di quest’ultimo suo viaggio
di salutare, il vecchio treno a carbone
ormai pronto solo per l’imballaggio
e gira e muta il paesaggio
ma in fondo è sempre quello
il suo orizzonte è in un anello
e il tempo passa, sfrecciando sotto uno sgabello.
Era bambino e già portava il treno
ogni compleanno un vagone in più
forse è ormai pronto per tirare il freno
e nel cassetto il suo berretto blu.
Per il binario morto, però non era destino
rallenta e si avvicina, con rumore di ferraglia
il macchinista guarda, con aria triste da bambino
un guasto sulla linea, ed ecco che deraglia...
Sono un bambino che portava il treno
ogni compleanno un vagone in più
sembra che fischi adesso accanto al LEGO
mentre imballato lo sto portando giù.
Ero bambino e già portavo il treno
ogni compleanno un vagone in più
forse son pronto per tirare il freno
e nel cassetto il mio berretto blu.
Ero un bambino e già portavo il treno
ogni compleanno un vagone in più
forse son pronto per tirare il freno
e nel cassetto il mio berretto blu.
Ero un bambino e già portavo un treno
ogni compleanno un vagone in più.
È l'inverno ormai,
ed ognuno sta aspettando il sole poi
sarà neve ma,
certi alberi
non gelano
Qui è già inverno sai,
e di neve un suolo inerme tu vedrai
alle nuvole
uno sguardo che
non scorderai
Resterai
qui nel tramonto
non so
parlarti di quel che io
sento per
ciò che col tempo
saprò
perduto nel vento
Viene inverno ormai,
ed ognuno a casa guarda la TV
vieni fuori che
passeggiamo e
giochiamo un po'
Resterò
qui nel tramonto
non so
parlarti di quel che io
sento per
ciò che col tempo
saprò
perduto nel vento
Cosa posso dirti
che non sia stato scritto già?
Una cosa nuova, che nessuno sa.
Cosa raccontarti
per ricordare quest’età?
Senza poi scadere, in banalità…
Proverò a prendere in prestito qualche immagine,
per colorare e per riempire le tue pagine,
ed augurarti ogni fortuna,
mentre tu scrivi qualche “runa”,
mentre disegni i tuoi cavalli,
la tua passione di bambina,
e intanto corri, salti e balli,
e canti a squarciagola Mina.
E se davvero sei la freccia già in cammino
perché davvero tu sei un essere speciale
allora buonanotte, buonanotte fiorellino
nessuno ti farà mai male.
Certo mi ricordo,
che non è stato facile,
stringere un legame all’inizio fragile.
Ero forse sordo,
c’è voluto un fulmine,
e le parole scritte, nelle favole…
Ti guarderò negli occhi, provando le vertigini,
percorrerò con te la strada, ripartendo dalle origini,
a far castelli con la sabbia,
a fare andare via la rabbia,
mentre mi cresci tra le mani,
e sogni un po’ del tuo domani,
e intanto leggi, scrivi e giochi,
e accendi mille e mille fuochi.
E se davvero rischierai di andare a fondo
perché davvero tu sei un essere speciale
ti porterò in una casa in cima al mondo
nessuno ti farà mai male.
E se davvero sei la freccia già in cammino
perché davvero tu sei un essere speciale
allora buonanotte, buonanotte fiorellino
nessuno ti farà mai male,
allora buonanotte, buonanotte fiorellino
nessuno ti farà mai male.
La marea già rincorre la sabbia e
la riveste rapida
di una grigia e lucida
corazza
come il tempo a volte fa con me.
Sempre più agita le correnti e
porta a riva prima o poi
cose che credevo ormai
distanti
come le istantanee che ho con me.
Ma non c’è mare che risponda
ad ogni mia domanda.
Non c’è alcun mare che mi dica
quel che ha per me.
Fino a che restan solo gli scogli
le tempeste attendono
e da sempre sembrano
intatti
come certi volti dentro me.
Ma non c’è mare che risponda
ad ogni mia domanda.
Qui non c’è un mare che mi dica
quel che ha per me, dentro sé.
E le onde crescono
mentre guardo il mare
cerco di capire dove nascono.
E le onde crescono
mentre guardo il mare
cerco di capire se si fermano.
Ma non c’è mare che risponda
ad ogni mia domanda.
Qui non c’è un mare che mi dica
quel che ha per me, dentro sé.
Ti vedo scivolare nei sogni che ho
Ma tu mi dici “grazie no”.
Capelli neri che poi, mai, saranno miei
e occhi scuri in cui nascondi ciò che sei.
Potessi cancellar le pagine
e darti un’altra origine.
Ma è inutile perdermi
non puoi sentirmi...
Non posso spingermi oltre il lecito
sorridi un poco ma lo nascondi subito.
Non voglio resti traccia di quel che ti do
e se non ti ho raggiunto non ti rincorrerò.
Oscuri ogni altra immagine
ho un grande senso di vertigine.
Ma è inutile dirtelo
non puoi sentirmi
guardarti è un baratro
senza respiro.
Oscuri ogni altra immagine
ho un grande senso di vertigine.
Ma è inutile perdermi
non puoi sentirmi
guardarti è stendermi
senza respiro.
Senza respiro,
senza respiro,
senza respiro,
senza respiro...
Teso
tra bene e male,
ogni volta scegliere quale sia
il coraggioso cammino,
ogni attimo più vicino
all’assoluta certezza,
perso tra l’ebrezza dell’eterno
e l’inferno
di una vita non vissuta,
in bilico
tra il canto e l’espressione muta,
ogni volta che cado,
respiro per capire
che tutto
ricomincia per finire
Scivolo tra le nuvole
libero, non ho regole,
senza più problemi d'autonomia
compio l'ultima acrobazia.
Gli alberi s’inchinano,
le aquile mi evitano,
volo via, nessuno mi resta in scia
ed emergo dalla foschia.
Degli occhiali scuri e della sciarpa mi libererò,
croci nere sulla mia fusoliera ne ho,
staccherò anche l'ombra da terra perché
raggiunga il sole di un giorno che
qui non tramonta più...
Nitidi si stagliano ormai,
lucidi, condotti da eroi,
fulmini da dietro le retrovie,
ubbidienti alle gerarchie.
Evito un biplano che
sfiora il grano sotto di me,
volo via nel fumo di un'avaria
e abbandono ogni strategia.
Gli ordini che mi hanno consegnato dimenticherò
e la mia bandiera lisa a brandelli farò,
ma ubbidisco al vento che mi porta in sé
e inseguo il sole di un giorno che
qui non tramonta più...
Con le mie quattro ali che
nel rosso stingono,
cercherò il crepuscolo
e rosso diventerò.
Degli occhiali scuri e della sciarpa mi libererò,
e la mia bandiera lisa a brandelli farò,
ma ubbidisco al vento che mi porta in sé
e inseguo il sole di un giorno che
qui non tramonta più...
Dietro quei monti
cosa nascerà…?
Voli senza speranza
senza realtà…
Fine secolo nell'aria,
nelle piazze principali.
Nelle pianure
cosa resterà?
Rami senza una foglia
che non vedrai…
Fine secolo nell'aria
e distanze lontanissime
tra di noi che
nostro malgrado
fra i monumenti
i decadenti siamo
noi che
senza un sussurro
stiamo spegnendoci
sempre più.
Dietro quei muri
sai cosa vorrei…?
Né recinti né troni ma
Pensieri...
Fine secolo nell'aria
e distanze lontanissime
tra di noi che
pur non volendo
fra i monumenti
i decadenti siamo
noi che
senza un sussulto
stiamo spegnendoci
sempre più.
Blue night on stranger ties
lights in Leicester square
the rain was falling down again
slowly from the steps.
Dreams of a better life
to forget the past
it's now the time to catch the bus
stand up and come with me.
Let's go to river side
sit there and wait.
Wait another winter that brings
another grey sky
upon the roads where only you remain.
People walk late at night
but don't look at you
tomorrow's just another day
and you've never felt so good.
Go to the river side
sit there and wait.
Wait another season that brings
another true friend
who wants to live like "Angel girl" like you
who wants to live like "Angel girl" like you.
La realizzazione di questo disco è nata un po’ per caso… io ero in pausa con l’attività live della tribute-band, Carlo aveva voglia di fare qualche esperimento e si ricordava che avevo qualche foglio nel cassetto; siamo partiti decisamente con le idee poco chiare, seduti al pianoforte, in casa, registrando i primi demo col cellulare per capire se i pezzi potevano andare da qualche parte; neanche sapevamo se saremmo riusciti a metterne assieme a sufficienza.
Dopo... ricordo il divertimento di stratificare suoni, strumenti, parti, di catturare al volo idee bizzarre, di registrare col caldo asfissiante di agosto, con le cicale protagoniste di ogni sottofondo di registrazione, o durante un improvviso e violento temporale, con i tuoni che ti costringevano a sospendere le takes, di girare per le varie stanze della casa, chiedendo al resto della famiglia di defilarsi silenziosamente, o approfittando delle loro assenze, alla ricerca di atmosfere e suoni diversi, dal salotto col pavimento di marmo alla mansarda in legno, dal rimbombo del tamburo pellerossa, che faceva spaventare il cane, al suono leggero della spinetta appena accordata, che invece lo rilassava, pescando dal cesto delle percussioni qualcosa a caso, o rovistando negli armadi alla ricerca di qualche vecchio flauto in legno, di fare pausa con l’introvabile succo mela-zenzero, costoso come un buon Chianti, prima di tornare alle innumerevoli takes di pianoforte a cui Carlo mi costringeva, se sentiva che potevo far meglio… Alla fine mi rimane proprio questo: la certezza di avere fatto il meglio che potevo, non chiedo di più...
Alcune di queste canzoni quindi hanno 30 anni, più o meno, e sebbene una di esse avesse portato me ed i miei compagni di allora alla finale di un Sanremo Giovani, che avrebbe potuto essere l’inizio di chissà quale avventura, la loro esecuzione dal vivo nei locali, o i demo che avevamo realizzato, non avevano suscitato interesse sufficiente a tenere viva la nostra fiamma.
Da allora ho voluto fare trascorre un po’ di tempo, ma forse ho un po’ perso di vista il calendario, perciò eccomi qui Diversi Anni Fuori Tempo Massimo, con una manciata di vecchi pezzi ed un’altra di pezzi retrò, che spero possano piacere ancora (di nuovo) a qualcuno…
E’ stata una lunga e tortuosa strada, Giuseppe, Sergio, Andrea, Alessandra, Piera, Alessia, Matteo, Claudia, Andrea, Libero, Luca, Amnon, Monica, Emanuele, Ivan, Paolo, Annalisa, Cecco, Gianfranco, Claudio, Angiolino, Franco, Max, Klod, Alessandro, Gustavo, Giacomo, Cristina, Silvia, Giorgio, Marco, Alfredo, Claudio, Alberto, Giorgio, Francesca, Carlo, Ema, Mattia, Paolo, Filippo, Enrico, Anna, Pierpaolo, Mauro, Marco, Vito, Renzo, Federico, Luca: con voi sono cresciuto, ho lavorato, suonato, imparato, mi sono confrontato e ispirato. Un ringraziamento speciale a tutti i musicisti che hanno suonato con me su questo disco, a Carlo in particolare, perché senza il suo bellissimo lavoro questo disco non esisterebbe, ed alla mia famiglia che mi ha sostenuto nella sua realizzazione. Un abbraccio infinito alla mia Marika, a volte lontana dai mondi immaginati nelle mie canzoni, sempre così vicina nel mio mondo reale.
Prodotto, registrato e mixato da Carlo Maria Toller presso i Littlebags Studios – BlissfulHill (BS) Mastering – Riccardo Zamboni Artwork – Roberto Morelli